In un recente
articolo dedicato all'agricoltura digitale,
World Excellence esamina le possibilità dell'
Internet of Things applicato all'agricoltura, "la più grande opportunità di business a livello globale secondo il
Global Opportunity Report 2016". Tra droni, sensori, trattori autoguidati, robot di mungitura, e nanotecnologie "il mondo degli strumenti (things) è in continua crescita; Goldman Sachs prevede per le nuove tecnologie agricole un mercato di 240 miliardi di dollari."
Internet è sempre più presente nelle aziende agricole: "Secondo una ricerca condotta da
Nomisma e
Image Line, azienda che opera nell’agro-informatica, il
61% degli agricoltori intervistati
usa Internet, l’
85% investe in tecnologie informatiche per la coltivazione e il
18% usa smartphone e tablet in campo. La maggior parte dei consulenti ritiene I
nternet, il web e le banche dati online indispensabili per il loro lavoro."
Il mondo delle nuove tecnologie è sicuramente in espansione in tutto il mondo, e molte sono anche le aziende e startup italiane in prima linea nel portare avanti la digitalizzazione dell'agricolutra.
Diverse le testimonianze raccolte sul campo: "«
Utilizziamo la rete per tutto ciò che è comunicazione, le nostre aziende sono dislocate in posti talvolta sperduti della Toscana e questo permette di dialogare con la sede centrale vicino a Firenze», racconta
Giampiero Bertolini, marketing & sales director di Marchesi Frescobaldi, principale marchio del gruppo Compagnia de Frescobaldi, tra le aziende più attente al digitale nel settore del vino «
Oltre ad avere un sito web nuovo, a lavorare molto su Facebook, Twitter e Instagram, stiamo implementando un sistema di Crm per l’ottimizzazione dell’uso di tutti i dati che raccogliamo. Inoltre, ci stiamo a acciando all’analisi dei famosi Big data».
A conclusione dell'articolo,
Cristiano Spadoni, responsabile marketing e comunicazione di Image Line spiega: «
Uno degli ostacoli maggiori nell’implementazione dell’Internet of things in agricoltura risiede nel basso livello di interoperabilità.
Esistono già diversi strumenti e applicativi che raccolgono dati in campo: dalla mappatura delle produzioni alle caratteristiche delle piante. Ritengo fondamentale che tali dati siano trasformati in informazioni e servizi, grazie alla loro condivisione, per esempio attraverso servizi cloud, e alla possibilità di integrare il patrimonio informativo raccolto in campo con sistemi gestionali. L’agricoltore potrebbe trovare sempre più spesso un supporto da parte di “innovation broker”, quali agronomi, agrotecnici, periti agrari, contoterzisti che lo aiutano a passare dalla precision farming alla “decision farming”, sfruttando anche i vantaggi offerti dall’IoT».