Si è svolto questa mattina presso l'
Università degli Studi di Brescia il convegno
“Il digitale scende in campo, ma la partita è di filiera!” durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca sull'
innovazione in agricoltura condotta dall'
Osservatorio Smart AgriFood, sostenuto dal
Politecnico di Milano e dall'
Osservatorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell'
Università di Brescia.
Image Line era presente in veste di
Partner dell'Osservatorio.
Dall'indagine è emerso che il mercato delle soluzioni digitali applicate all'agricoltura in Italia nel 2018 ha visto un incremento del
+270% raggiungendo un valore stimato intorno ai
400 milioni di euro, pari dal 5% di quello mondiale, il 18% di quello europeo. Un contesto davvero favorevole per le oltre "110 realtà imprenditoriali (74% brand affermati e 26% startup) che offrono oltre
300 soluzioni tecnologiche di Agricoltura 4.0, con ruoli e posizionamento molto diversi lungo la filiera".
Anche tra le
aziende agricole cresce la consapevolezza delle
opportunità offerte delle nuove tecnologie e sempre più sono le imprese che adottano soluzioni orientate all'Agricoltura 4.0: il
30% delle imprese ritiene il digitale importante per la
riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il
27% nota una
diminuzione dei costi nelle procedure di rintracciabilità e il
21% un
risparmio di tempo per la raccolta dei dati.
In particolare "il
controllo dei costi di produzione e l’aumento della
produzione sono le esigenze più urgenti per le imprese, mentre i fabbisogni legati all’acquisizione, elaborazione e interpretazione dei dati sono considerati importanti ma non ancora prioritari".
Ma i benefici portati dal paradigma 4.0 non si fermano alla gestione dei processi produttivi: grande è l'interesse alla dimensione della
filiera e molte sono le soluzioni proposte a servizio della
tracciabilità, che contribuiscono alla tutela del
Made in Italy e alla
sicurezza alimentare.
Su questa spinta innovativa
Ivano Valmori, fondatore di
Image Line, nel suo intervento ha auspicato una maggiore collaborazione tra le aziende e maggiore integrazione tra gli applicativi che consenta all’agricoltore di inserire e raccogliere i propri dati una sola volta.
“
I produttori di soluzioni informatiche – ha aggiunto
Valmori -
devono necessariamente iniziare a collaborare tra di loro per usare uno stesso “dizionario informatico” e definire in modo univoco tutto ciò che avviene e fa parte dell’attività agricola. Se non si metteranno a disposizione degli agricoltori e dei consulenti agricoli delle vere e proprie soluzioni integrate, in agricoltura invece dello sviluppo dell’IOT (internet delle cose) si rischia di creare una vera e propria giungla di “Internet of NoThings” (internet del nulla).”